Scenari futuri per Brand designer

Un corso accademico per allargare la prospettiva progettuale, nello spazio e nel tempo

27 March 2024

Cover image: illustration by Atelier Olschinsky

Buona parte delle scuole e dei corsi superiori di design sembra rimasta ferma nel tempo, ancorata a una concezione novecentesca idealizzata del designer, soprattutto nell’area che riguarda il Brand.

In classe, si imparano tecniche per progettare un logo, un sistema di packaging e una campagna pubblicitaria, ma difficilmente ci si sofferma a riflettere sul contesto più ampio in cui operano oggi i e le designer: il legame acritico tra design e capitalismo, le conseguenze delle scelte dei Brand sulle dinamiche sociali ed ecologiche, l’influenza del branding nel discorso politico.

Il Brand del XXI secolo non è più solo un marchio su un prodotto, un nome, una tagline, un colore. Il Brand esiste nelle menti degli individui e delle comunità con cui entra in contatto: ha un’immagine proiettata, percezioni su di esso possedute da altri (che non può controllare), relazioni con altre persone e organizzazioni, responsabilità nei confronti della collettività e delle generazioni future.

Quindi, il ruolo dei e delle Brand designer del XXI secolo sarà sempre meno quello di disegnare loghi, pattern e pubblicazioni per le aziende e sempre più quello di aiutare Brand di ogni tipo (non solo quelli commerciali) a evolversi, governando il cambiamento futuro e sfruttando i propri poteri di attrazione per generare valore nella società.

Il corso di Scenari futuri (che insegno ormai da 5 anni al Triennio di Graphic Design & Art Direction della NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano) mira a colmare – almeno parzialmente – questa lacuna nell’educazione al design, fornendo alla nuova generazione di designer:

  • una riflessione teorica sul compito del designer nel XXI secolo e sulla battaglia per l’influenza tra i Brand;
  • una specifica metodologia progettuale per immaginare alternative plausibili per il futuro, usando il Brand come dispositivo per stimolare la speculazione e il dibattito;
  • la curiosità verso il presente e la capacità di mettere in discussione i meccanismi di funzionamento delle nostre società.



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